Modernità di Galileo
Pensiero, Cosmo, Evoluzione
Enrico Bellone
Docente di Storia della Scienza presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Milano
Aula del Rettorato. Via Valerio 9, Urbino
20 e 21 novembre 2008
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Giovedì 20 Novembre 2008, ore 11
Saluto del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Presidente della Fondazione Carlo e Marise Bo
Ore 11.30
Prima lezione
In generale l’opera di Galilei viene inserita in un processo noto come “Rivoluzione scientifica”, all’interno del quale Galilei è catalogato come padre di un metodo scientifico innovatore e centrato sulle “sensate esperienze” e sulle “certe dimostrazioni”. E’ tuttavia possibile, sulla base delle fonti primarie, adottare un modello evoluzionistico della cultura che non ha alcun bisogno di ricorrere allo schema della “Rivoluzione scientifica”, che ricompone la cornice metodologica nell’ambito generale di un empirismo di tipo tradizionale e che ridefinisce le scoperte galileiane come eventi non intenzionali in fisica e astronomia.
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Giovedì 20 Novembre 2008, ore 17
Seconda Lezione
Nella cornice di un tale modello si rilegge l’opera galileiana come un susseguirsi di mutazioni che riguardano le conoscenze sui moti osservabili in un laboratorio e su ciò che appare in cielo usando una coppia di lenti. Nel primo caso, Galilei lavora per anni presumendo che siano vere le conoscenze secondo cui nei moti naturali la velocità è una costante e l’accelerazione è trascurabile o nulla. Le teorie di cui dispone sul moto libero in verticale, sui piani inclinati o sui pendoli sono infatti ampiamente confermate per quanto riguarda la velocità. La scoperta del ruolo fondamentale delle accelerazioni e i primi passi compiuti nella ridefinizione della nozione di vis sono svolte radicali che tuttavia non sono conseguenze razionali di un programma di ricerca bene articolato. Analoghe considerazioni valgono per l’astronomia: Galilei usa un manufatto ottico e ciò che trova non è l’esito di previsioni teoriche relative alla struttura delle nebulose o al numero dei satelliti di Giove. Il copernicanesimo di Galilei consiste nella demolizione di quasi tutto l’apparato ontologico del trattato copernicano del 1543.
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Venerdì 21 Novembre 2008, ore 11
Terza lezione
La nuova cinematica e la nuova astronomia di Galilei entrano in conflitto con un atteggiamento di conservazione culturale che è dominante in quasi tutta la cultura diffusa di quel periodo. E il conflitto non si sviluppa in forme definibili come razionali, ma va letto come un processo di selezione culturale che semplicemente ostacola ogni modalità di innovazione. Ecco perchè la reazione contro Galilei ( o contro Darwin ) è ancora in atto: la crescita dei saperi sulla natura e le innovazioni tecnologiche che ne conseguono, infatti, ristrutturano l’ontologia e tendono a riassorbire al proprio interno settori sempre più vasti della filosofia.