21 giugno 1905
Maria Luisa Ferro nasce a Ventimiglia. Il padre Giovanni Battista, piemontese, è colonnello dell’esercito; la madre, Vilna Viale, è figlia di un armatore di Ventimiglia.
2 novembre 1909
Nasce la sorella Silvana e poco dopo i genitori si separano. Le due figlie passano molto tempo con i nonni materni, la nonna materna è di origine francese.
1922
Dopo la morte del nonno materno, Maria Luisa Ferro si trasferisce a Bologna dove la madre possiede una casa, ma non vi abita stabilmente perché frequenta la Scuola Magistrale di Genova per conseguire la licenza di maestra, corso che a un certo punto interromperà per seguire studi autodidattici. Fino al 1930 la sede di riferimento resta la casa di Bologna.
1930-1932
Si trasferisce con la madre e la sorella a Roma dove scrive il primo romanzo, “Disordine”, pubblicato, con introduzione di Alessandro Varaldo da Mondadori. Per la pubblicazione del libro trasforma i suoi nomi, Maria Luisa, in Marise, nome che da allora userà sia nella vita privata che come scrittrice.
Gennaio 1933
Si trasferisce a Milano per dedicarsi interamente all’attività di scrittrice e di giornalista. Conosce lo scrittore e giornalista Guido Piovene al quale si lega dopo pochi mesi.
21 febbraio 1934
Si sposa civilmente con Guido Piovene, il matrimonio religioso viene celebrato pochi giorni dopo. I coniugi si trasferiscono a Firenze dove Piovene lavora nella redazione della rivista “Pan”.
Fine 1934
Esce da Mondadori il suo secondo romanzo, “Barbara”.
Inizio 1935
Guido Piovene è assunto dal “Corriere della Sera” come giornalista, gli viene dato l’incarico di corrispondente da Londra.
1935-1937
Marise Ferro soggiorna, insieme al marito, a Londra dove scrive per il giornale “L’Ambrosiano”, nella serie delle “Lettere londinesi”, reportages dall’Inghilterra e dall’Irlanda, che visita in quegli anni. Negli stessi anni ’30 collabora a giornali e riviste (“L’Ambrosiano”, 1933-1937, “Pan” nel 1934, “Il Resto del Carlino”, 1934-1935). Nel 1933 escono anche le sue prime traduzioni dal francese (Mauriac e Simenon). L’attività di traduzione sarà molto intensa negli anni ’40-’60 e comprenderà traduzioni dal francese (tra gli altri Balzac, Victor Hugo, Proust, Colette, ma anche le fiabe di Perrault e di Andersen e libri di storia e geografia turistica) e dall’inglese.
1938
Si incrina il matrimonio con Guido Piovene. Marise Ferro torna a Milano. Riflesso di questo periodo di infelicità si trova nel romanzo “Trent’anni”, uscito nel 1940 da Garzanti.
1941
Si spezza definitivamente il legame con Piovene.
Fine 1941
Marise Ferro conosce Carlo Bo, si sviluppa subito un legame molto forte.
1942
Carlo Bo e Marise Ferro lasciano Milano per sfuggire ai bombardamenti, si rifugiano a Sestri Levante, poi a Rivanazzano, vicino a Voghera, infine a Valbrona, nelle vicinanze del Lago di Como. Durante l’assenza da Milano, Marise collabora ai giornali “La Sera” (1940-1943) e “Corriere della Sera” (1943-1944) e scrive i romanzi “Lume di luna” (1943) e “Memorie di Irene” (1944); le esperienze a volte pesanti di guerra si riflettono più tardi nei volumi “Stagioni” (1946) e “La guerra è stupida” (1949).
Aprile 1945
Dopo il ritorno a Milano Carlo Bo e Marise Ferro vivono insieme. Marise collabora intensamente a “Milano-Sera” (dal 1946 al 1954 scrive 217 articoli), al settimanale “Omnibus (1946-1948), più tardi a “Nuova Stampa Sera” (1948-1966) e a “Settimo Giorno” (1952-1953). Partecipa sempre molto vivamente anche alle varie attività, universitarie, giornalistiche e sociali di Carlo Bo.
16 gennaio 1950
Dal Tribunale Provinciale Civile di Vienna viene annullato il matrimonio civile tra Marise Ferro e Guido Piovene, annullamento reso esecutivo dalla Corte di Appello di Torino il 20 marzo 1950.
Anni ’50
Marise Ferro scrive per “Tempo” (1954), “Epoca” (1955-1956) e “L’Europeo” (1954-1957).
1958
Esce il volume “Le romantiche” che raccoglie dodici monografie di personaggi femminili celebri.
maggio 1961
Muore la madre.
8 giugno 1963
Viene celebrato il matrimonio civile tra Marise Ferro e Carlo Bo.
Anni ’60
Marise Ferro riprende l’attività di scrittrice, nel 1967 pubblica il romanzo “La violenza”.
1970
Il saggio “La donna dal sesso debole all’unisex” (Rizzoli) è l’ultima testimonianza dell’interesse di Marise Ferro per la situazione e i problemi della donna nella società moderna, interesse che si è manifestato costantemente durante tutta la sua attività giornalistica.
Anni ’70
Pubblica i romanzi “Una lunga confessione” (1972) e “Irene muore” (1974) che chiude il ciclo dedicato alla figura femminile di Irene. La carriera della scrittrice si conclude con “La ragazza in giardino” (1976) e “La sconosciuta” (1978).
aprile 1979
La sorella Silvana muore in un incidente d’auto.
Anni ’80
Dopo la morte della sorella, alla quale era intimamente legata, Marise Ferro, profondamente colpita, si ritira a vita privata, vivendo tra Milano e Sestri Levante. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da una grave malattia.
2 ottobre 1991
Marise Ferro si spegne a Sestri Levante dove riposa nella tomba della famiglia Bo.
Si ringrazia la dott.ssa Monica Cedrola per aver messo gentilmente a disposizione molti dei dati da lei reperiti per la sua monografia su Marise Ferro.