Presentazione

Foto-Pino-Paioni-003“Presentare Pino Paioni a chi ha frequentato la semiotica italiana è inutile. E le note biografiche potrebbero essere sufficienti a chiarire il suo ruolo di pivot, di centro attorno al quale tutti coloro che hanno dato contributi a questa disciplina hanno gravitato. Ma per i tanti giovani che si avvicinano al nostro campo (o disciplina, se preferite) è utile una breve nota.
I contributi di Paioni sono sintetici, lontani dai toni altisonanti o di scontata ufficialità accademica, per lo più affidati a interventi orali, sempre innovativi, e si caratterizzano per la capacità di aprire in poche righe nuove piste di ricerca. Contrario ad ogni delimitazione disciplinare, capace di interessarsi e di intervenire con competenza su temi che vanno dai fatras medievali alla moda di strada, il suo lavoro mira sempre alla rottura dei quadri predefiniti.
Anche nell’attività di direzione del Centro internazionale di Semiotica e di Linguistica non si lascia mai circoscrivere dal quotidiano o dalle accademie ristrette, ma guarda a, e recepisce, l’orizzonte internazionale. Ne testimoniano la sua attività di editor dei quaderni del Centro o di direttore degli Stage estivi, dove figurano contributi della migliore cultura europea e americana.
L’attività del Centro, se non ignorata, certamente sottovalutata in Italia, è famosa nelle migliori università americane. Basterà ricordare che i Cultural Studies, uno dei grandi movimenti di rinnovamento degli studi sociali negli Stati Uniti, hanno avuto ad Urbino un punto felice di crescita, attraverso la presenza continua negli anni passati di nomi quali quello di Jean-François Lyotard, Louis Marin, Frederic Jameson, Erving Goffman, Michel de Certeau e tanti altri. Ma deve anche essere ricordata la presenza nella storia del Centro della semiotica peirceana, della grande scuola semiotica di Mosca e Tartu (I. M. Lotman), e della scuola sociolinguistica e di etnografia della comunicazione, con John J. Gumperz, Dell Hymes e Joel Sherzer. A Urbino si è tenuto il primo seminario italiano di Semiotica e Marketing, aprendo alla più recente stagione della consulenza e della ricerca. Lontano dunque dall’appiattire la semiotica a mero strumento della critica letteraria o di racchiuderla dentro gli ambiti tradizionali della filosofia del linguaggio, a Pino Paioni va riconosciuto il merito di avere sempre orientato la ricerca verso campi inediti, lavorando all’elaborazione di uno strumento unificante nell’ambito delle scienze umane e sociali.

Pino Paioni ha dato e dà un esempio, fin dai primi anni del dopoguerra, di come la semiotica nasca (o ri-nasca) e produca il meglio con ampie e consapevoli posizioni di apertura. Nell’intervista che pubblichiamo sentirete parlare di studiosi di ogni parte del mondo, ospitati e chiamati senza riguardo alle loro posizioni, alla loro origine e al loro grado accademico. Unici criteri l’entusiasmo per la ricerca, la voglia di discutere e di innovare, di mettere in crisi schemi e barriere disciplinari e culturali. Con questo documento vogliamo ricordare com’era la semiotica da giovane, quando non era ancora materia universitaria consolidata e i suoi esponenti avevano appena iniziato a entrare nell’ambiente accademico. E niente come le parole di Pino Paioni ci possono aiutare a farlo. Questa è storia raccontata da un giovane semiotico di 84 anni.
Auguri a Pino, e grazie!”